Italien
In Rom findet am 6. und 7. Februar 2004 eine deutsche Linguistentagung statt. Dabei wird u. a. Elvira Lima aus Palermo, die bereits ein Buch La riforma contestata vorgelegt hat, über die RSR referieren. Hier das Abstract:
Elvira Lima
Che fine ha fatto la riforma ortografica tedesca?
L’intervento non intende entrare nel merito teorico e tecnico della nuova regolamentazione, ma offrire, a distanza di cinque anni dall’adozione ufficiale del 1998, un bilancio intermedio della sua applicazione.
Questo bilancio ha un risvolto “pubblico”, che consiste nella registrazione dei dati statistici, nelle comunicazioni periodiche dell’organo di monitoraggio insediato presso l’IDS di Mannheim (Zwischenstaatliche Kommission für deutsche Rechtschreibung) e nelle prese di posizione ufficiali e ufficiose posteriori al 1998. Di rilevante interesse è però il suo risvolto “privato”, che indaga sul grado di accettazione a livello individuale della nuova ortografia in rapporto alla frequente, intenzionale devianza dalla normativa vigente.
La tesi paradossale e suggestiva è che con la offerta adozione della riforma, peraltro assai ridimensionata rispetto al programma originario, l’aggerrita pattuglia dei suoi sostenitori abbia riportato una “vittoria di Pirro”. Al momento infatti la nuova ortografia subisce le insidie della nuova polemica che si delinea a seguito della recente proposta di revisione della Deutsche Akademie für Sprache und Dichtung di Darmstadt (2003) e viene nei fatti sabotata da una sorta di “anarchismo” ortografico individuale fondato sul rifiuto pregiudiziale dell’innovazione ovvero sulla sua adozione selettiva, per tacere della rinascita di enclavi ortografici settoriali. Sempre più di frequente si registra di conseguenza nella varia tipologia di testi un’ortografia “mista” o ispirata ad una interpretazione critica delle norme vigenti.
Mentre da un gruppo di intellettuali di diversa nazionalità (fra cui Enzensberger, Grass, Magris, Jelinek e Süskind) si leva un nuovo appello a favore dell’ortografia tradizionale (ottobre 2003), si ripropone dunque il quesito circa la vitalità e l’incisività delle norme del 1998, e più ancora circa il significato che certe forme di “resistenza ortografica” assumono nel quadro dell’attuale dibattito sul ruolo del tedesco come lingua internazionale nella comunità linguistica europea.
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Th. Ickler
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